Disturbi Comportamento Alimentare - DCA

Che cosa sono i DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE?

 

Il termine “disturbi del comportamento alimentare” è stato coniato per definire condizioni cliniche in cui il disagio è caratterizzato da un rapporto alterato con il cibo e con il proprio corpo tale da compromettere la qualità della vita e delle relazioni sociali della persona che ne è affetta.

 

Quali categorie si distinguono all'interno dei disturbi del comportamento alimentare?

Per la natura e la varietà dei sintomi i disturbi del comportamento alimentare si dividono in diverse categorie:

 

1)     ANORESSIA NERVOSA

2)     BULIMIA NERVOSA

3)     BINGE EATING DISORDER – DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA

4)     ORTORESSIA

5)     DISTURBI DEL COMPORTAMENTO NON ALTRIMENTI SPECIFICATI (EDNOS)

 

 

 

Anoressia nervosa e bulimia nervosa sono due quadri morbosi che la nosografia psichiatrica più recente, a partire dal 1980, tiene distinte: i criteri diagnostici sono stati scelti in modo tale che la diagnosi di stato può essere, di volta in volta, solo l’una o l’altra. Il sintomo principale di distinzione è l’amenorrea, l’interruzione del ciclo mestruale da almeno tre mesi. Tuttavia il progetto anoressico coincide con quello bulimico e l’obiettivo finale è considerato, in entrambe le condizioni, il raggiungimento di un corpo magro. L’anoressia e la bulimia condividono molti caratteristiche e, non è infrequente, che la stessa persona, in momenti diversi della vita, possa sperimentare l’uno o l’altro disturbo. Soprattutto, vi può essere un “viraggio” dall’anoressia alla bulimia.  

 

I disturbi del comportamento alimentare sono molto diffusi nella nostra società. Alcuni studi hanno dimostrato come questo sia un disturbo in crescita nelle culture occidentali.

Negli ultimi anni l’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare è aumentata del 20% nella popolazione italiana.

 

Secondo un rapporto del Sisdca, Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare “l’ Anoressia e bulimia rappresentano la prima causa di morte per malattia tra le giovani italiane di età compresa tra i 12 e i 25 anni, un vero allarme socio-sanitario, colpendo oggi circa 150/200mila donne. Attualmente, la prevalenza (numero di casi totale presenti su un dato territorio) di queste due patologie nella popolazione generale è dello 0,2%-0,3%, ma a questi vanno aggiunti casi atipici e non altrimenti classificati (EDNOS), per cui i numeri potrebbero essere triplicati. Forte è il rischio di cronicizzazione, con l’insorgenza di complicanze mediche e psichiatriche, che spesso arrivano a programmare il suicidio (mortalità del 10% a dieci anni dall’esordio e del 20% a venti anni)”.

La classificazione del peso corporeo più seguita dai clinici che si occupano dei disturbi del comportamento alimentare è quella proposta dall’OMS (Organizzazione Mondiale per la Salute)  in funzione dell’indice di massa corporea IMC o BMI (Body Mass Index) che si ottiene dividendo il peso espresso in chilogrammi (Kg) per l’altezza espressa in metri (m) ed elevata al quadrato.

 

Normalità  IMC 18,5-25

Sottopeso IMC < 18

Sovrappeso IMC 25-30

Obesità IMC > 30

 

E’ ormai ampiamente dimostrato che essere sottopeso (IMC < 18,5) o sovrappeso (IMC > 25) aumenta il rischio di incorrere in uno stato di malattia e riduce l’aspettativa di vita quanto più ci si discosta dai valori presi in considerazione per range di peso normale (IMC 18,5-25).

 

Le cause dei disturbi del comportamento alimentare sono di natura multifattoriale. Come si può vedere nella figura sottostante, vi sono diversi fattori che contribuiscono sia all' esordio che al mantenimento del disturbo nel lungo tempo.

 

 

 

Un paradosso dei disturbi del comportamento alimentare è che la sintomatologia viene percepita dal paziente come soluzione più vantaggiosa che svantaggiosa ponendo la persona in sintonia con la stessa. Nell’anoressia perdere peso dà un senso di gratificazione, di autocontrollo, capacità di gestire la situazione e attenzione da parte degli altri.

Nella bulimia l’abbuffata è un modo per sedare l’ansia e la tensione mentre le condotte di eliminazione permettono di agire un controllo. Le sindromi parziali o atipiche sono i quadri clinici in cui sono presenti alcuni ma non tutti i sintomi necessari per la diagnosi di anoressia o di bulimia. Rappresentano il campo dei disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (Ednos, Eating disorders not otherwise specified) o subliminali (Subthreshold eating disorders). Tra i quadri atipici, il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating disorder della letteratura anglosassone) ha suscitato nell’ultimo decennio un interesse crescente per i suoi legami, importanti, con l’obesità.

 

Quali sono le caratteristiche psicologiche della persona affetta da un disturbo del comportamento alimentare?

Nelle persone che hanno un disturbo del comportamento alimentare, si individuano le seguenti caratteristiche:

 

  • Attenzione eccessiva al corpo;
  • Disturbo dello schema corporeo;
  • Percezione distorta della fame e della sazietà;
  • Credenze disfunzionali sull’alimentazione e e sul metabolismo;
  • Scarsa consapevolezza dei danni che la denutrizione può provocare;
  • Difficoltà nel capire i propri stati interni e le sensazioni provate (come la fame, la sazietà, il senso di vuoto, il freddo, il caldo, ecc…);
  • Difficoltà ad esprimere e riconoscere le proprie emozioni;
  • Cercano continue conferme dal mondo esterno ma allo stesso tempo si sentono "invase", perché non riescono a porre dei confini tra sé e il mondo
  • Sono sensibili al giudizio altrui perché può conferirgli valore personale, perché sono insicure rispetto all’immagine di sé;
  • I livelli di autostima di queste persone sono fortemente condizionati dalla forma e dal peso corporeo;
  • L’essere magre rappresenta una bellezza desessualizzata, non volgare, con la restrizione alimentare infatti, si cancellano le parti del corpo che potrebbero risultare erotiche;
  • Persone con disturbi alimentari hanno delle super aspettative su se stesse e sugli altri e inevitabilmente rimangono poi deluse.