Terapia dei disturbi dell'infanzia e adolescenza

L’infanzia e l’adolescenza sono considerate come fasi normali dello sviluppo durante le quali l’individuo si trova ad affrontare situazioni e compiti diversi e a volte difficili,  ai quali non sempre è in grado di agire serenamente. Spesso alcune situazioni portano a sperimentare un disagio e questo disagio a sua volta, se trascurato o non identificato in tempo, può diventare un vero e proprio disturbo.

 

Queste difficoltà interferiscono con lo sviluppo cognitivo, affettivo, emotivo e psicologico del bambino. I bambini rispondono al disagio in maniera diversa; spesso un comportamento oppositivo e/o provocatorio può nascondere un disagio importante o a volte una semplice richiesta di attenzione. Possiamo individuare diverse fasi dell’età evolutiva: la prima infanzia, l’età prescolare, l’età scolare, la preadolescenza e l’adolescenza. Ogni fase dello sviluppo è caratterizzata da diverse problematiche, possiamo individuare: problemi di ansia da separazione, difficoltà di relazione e di inserimento nel gruppo dei pari, difficoltà nel rispettare le regole, disturbi comportamentali, disturbi dell’alimentazione, uso e/o abuso di alcool e sostanze psicotrope, ecc.

 

Spesso i bambini/ragazzi hanno difficoltà a verbalizzare il loro disagio e ad esprimere i propri bisogni, e, a volte, i genitori e gli insegnanti si trovano in difficoltà e non sanno come affrontare tali problemi poiché dopo diversi tentativi il problema persiste. È importante perciò rivolgersi ad un professionista dell’età evolutiva, poiché un ‘intervento psicologico risulta necessario non solo in casi di disturbi conclamati ma anche a scopo preventivo (quando il bambino inizia a inviare i primi segnali di tale disagio).
Molto spesso i genitori o gli insegnanti si rivolgono agli specialisti per parlare dei bambini “difficili” senza rendersi conto delle dinamiche che hanno scatenato il comportamento “problematico” del bambino o dell’ adolescente.

Quali sono i problemi maggiormente diffusi nei bambini?


Dobbiamo ricordarci che il bambino fa parte di un “ecosistema” (sistema famigliare, sistema sociale, sistema scolastico e del gruppo dei pari) che nella sua complessità condiziona lo sviluppo affettivo e psicologico del bambino. Tra ognuno dei quattro ecosistemi e il bambino esiste una complessa rete di interazione che vanno dalle aspettative degli altri sul bambino alle aspettative che il bambino stesso ha verso gli altri e verso sé stesso.  Ovviamente questo ecosistema è in grado di auto influenzarsi, ciò significa che il benessere del bambino/adolescente dipende anche dal benessere dell’ecosistema in cui è inserito. Una grande importanza ha anche il mondo interno del bambino (le cognizioni, il mondo affettivo ed emotivo e le relazioni che esso vive).

I principali disturbi in età evolutiva sono:

Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza: Anoressia nervosa; Bulimia nervosa
Disturbi dell’Apprendimento: Disturbo della lettura (Dislessia); Disturbo della scrittura (Disgrafia); Disturbo del calcolo (Discalculia)?Disturbi della Comunicazione: ?Balbuzie?Disturbi del Comportamento:?Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività; Disturbo Oppositivo-provocatorio; Disturbo della Condotta

Disturbi d’ansia e dell’umore: Disturbo Post-traumatico da Stress; Depressione?Disturbo d’Ansia di Separazione; Fobia del buio/ altre fobie; Disturbo Ossessivo-compulsivo; ?Autismo; Ritardo mentale; Enuresi infantile

Quali tipi di intervento è possibile attuare?

Quando si tratta di disagio del bambino, l’intervento deve essere esteso anche al suo ecosistema; famigliare, scolastico e sociale in cui è inserito.

Intervento famigliare
In alcuni casi dopo un‘attenta analisi e un’accurata osservazione del bambino e del suo ambiente di vita, può risultare necessario solo l’intervento con i genitori. In questi casi l’intervento è di tipo psico-educativo e mira ad aiutare e sostenere i genitori ad affrontare diverse tematiche con il bambino e a diventare coscienti della dignità e della grandezza del compito educativo della famiglia. I genitori consapevoli della propria genitorialità e del proprio stile educativo sanno assumersi serenamente le loro responsabilità, riconoscono le loro capacità e sono più competenti nell’esercitare le regole, dire di No, riconoscono l’importanza dell’erogazione di premi/ rinforzi e sanzioni/punizioni, che spesso se non erogati nella giusta misura possono portare a confusione e a volte disturbi del comportamento nei bambini. In altri caso l’intervento coi genitori deve essere affiancato all’intervento con il bambino. Oltre all’intervento sulla coppia genitoriale, se non si tratta di disturbi conclamati, può essere d’aiuto un intervento di gruppo, a scopo preventivo e psico-educativo (c’è sempre una maggiore richiesta di partecipazione ai gruppi di discussione e di sostegno per genitori e insegnanti).

L’intervento con il bambino o l’adolescente
L’intervento con il bambino è mirato al superamento dei suoi blocchi e a migliorare la fiducia che ha verso se stesso, insegnandogli ad esprimere i suoi bisogni e aiutandolo a superare ansie, paure e difficoltà.
Risulta molto importante anche l’educazione alle emozioni per lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino.

L’intervento a scuola
Spesso risulta fondamentale, soprattutto, in casi di disturbi del comportamento, il coinvolgimento della scuola e del gruppo classe, poiché è all’interno di esso che il bambino esprime maggiormente le sue difficoltà. L’intervento in tal senso può essere rivolto a tutta la classe e può essere inserito all’interno di un progetto che coinvolga tutti gli insegnanti ed alunni (Laboratorio delle emozioni; Letture di libri psico-educativi e la discussione in gruppo; Giochi di ruolo per l'espressione delle emozioni, Artetherapy, ecc).

A chi rivolgersi?

È importante non trascurare i segnali che il bambino può inviare poiché c’è il rischio che alcune difficoltà possano diventare dei veri e propri disturbi. Gli specialisti più indicati a cui rivolgersi, sono diversi anche a secondo del tipo di disturbo. Perciò, può essere necessario rivolgersi ad un Neuropsichiatra infantile per quanto riguarda la diagnosi e il trattamento dell’Autismo, del Ritardo Mentale; dei Disturbi dell’Apprendimento, dell’ Enuresi Notturna ecc.
È importante rivolgersi ad uno Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale per quanto riguarda i disturbi del comportamento, il disturbo oppositivo–provocatorio, il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, il disturbo post traumatico da stress e i disturbi d’ansia e dell’umore; ecc.
È necessario l’intervento di un Nutrizionista che in collaborazione con lo Psicologo possa intervenire in casi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Perciò, oltre al coinvolgimento del pediatra è importante anche un lavoro in equipe composta da diversi professionisti a seconda del tipo di disturbo.


LETTURE CONSIGLIATE

-    “Le madri non sbagliano mai", Giovanni Bollea, Ed.Feltrinelli.
-     “Quanto essere sinceri con i figli?”, Irmela Wiemann, Erickson.
-    “Genitori grandi maestri di felicità”, Giovanni Bollea,Feltrinelli
-    “Il bambino è competente”, Jesper Juul, Ed. Feltrinelli.
-    “I no che aiutano a crescere”, Asha Phillips, Ed. Feltrinelli.
-    “Cento domande sull’adolescenza”; Philippe Jeammet, Pendragon.
-    “Genitori positivi, figli forti”, Rosa Angela Fabio, Ed. Erickson.
-    “100 risposte sull’educazione dei figli”, Luciano Pasqualotto, Erick