Disturbo post traumatico da stress

CHE COS’E’ IL DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS (PTSD)?


Nel 1878, Eulenberg un medico tedesco, fu il primo ad introdurre il concetto di “trauma psichico” per descrivere una reazione di scalpore e paura causata da un forte shock, in merito ad incidenti ferroviari.

 

Altri studiosi dell’epoca evidenziarono come si potesse distinguere tra traumi fisici e sintomi di natura psicologica, definendo questi ultimi come “shock nervoso”.

 

Ma solo in seguito agli studi condotti su soldati tornati dalla guerra di Vietnam, che si parlò di un vero e proprio disturbo.

 

Il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) rientra nella categoria dei Disturbi d’Ansia. Esso può insorgere in persone esposte ad eventi traumatici estremi, che hanno magari comportato la morte di qualcuno vicino alla persona o la sua minaccia, lesioni gravi, pericolo per la propria integrità fisica o per quella di altri.

 

A questo si accompagnano sentimenti di impotenza, intensa paura, orrore; tutto ciò può provocare una fortissima reazione d’ansia. La normale risposta umana ad esperienze sconvolgenti è proprio quella di provare un intenso disagio psicologico. 

 

Quali sono le caratteristiche del disturbo post traumatico da stress?

 Durante o dopo l’esposizione ad eventi traumatici, si possono presentare diversi sintomi quali:

 

  • Sintomi dissociativi come una sensazione soggettiva di insensibilità;
  • Distacco emotivo;
  • Scarsa o assente reattività emozionale; 
  • Riduzione della consapevolezza dell’ambiente circostante; 
  • Stordimento;
  • Derealizzazione (ovvero la sensazione di percepire in maniera distorta il mondo esterno e, a volte, di percepire gli individui conosciuti come estranei)
  • Depersonalizzazione (ovvero la sensazione soggettiva di dissociazione del senso di sé)
  • Amnesia dissociativa (ovvero l’incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma).

 

Un sintomo caratteristico, poi, è la tendenza a rivivere continuamente l’evento traumatico. La persona ha ricordi spiacevoli, ricorrenti ed intrusivi dell’evento, attraverso immagini, pensieri o percezioni, flashback, sogni spiacevoli e ricorrenti in cui l’evento si ripete. Solitamente la persona vive un forte disagio psicologico e pure la sua reattività fisiologica aumenta, non appena è esposta ad eventi stimolo che assomiglino a qualche aspetto dell’evento traumatico.

 

A causa di questo, il soggetto cerca di evitare in modo persistente tutte le situazioni, le persone, i luoghi e gli stimoli associati in qualche modo al trauma. 

 

Cerca anche di non pensare a quanto è accaduto (ma ovviamente non ci riesce), evita di parlarne con chi lo circonda e crede che in questo modo, prima o poi, dimenticherà quanto accaduto.

 

In generale, i sintomi presentati sono riconducibili ad una forte ansia e ad un aumento dell’arousal: difficoltà nell’addormentarsi e nel dormire, poiché spesso il sonno è disturbato da incubi angoscianti. Lo stato di vigilanza è iper-attivato e la persona presenta risposte di allarme esagerate. Frequenti sono anche gli scoppi d’ira e una generale irritabilità. Anche l’esecuzione di compiti di routine può diventare problematica, soprattutto per difficoltà di concentrazione.

 

Tale sintomatologia può regredire nell’arco di qualche settimana, se trattata in modo adeguato; questo avviene in buona parte dei casi. Alcune volte, tuttavia, la sintomatologia è così severa che la persona non è più in grado di “funzionare” a livello sociale, lavorativo o in altre aree importanti. Si parla, quindi, di disturbo acuto da stress nelle quattro settimane successive al trauma e, se il disturbo persiste per oltre un mese, allora si può fare diagnosi di Disturbo post Traumatico da Stress (PTSD).

 

Quali sono le cause del disturbo post traumatico da stress (PTSD)?

Come intuibile dal nome le cause di tale disturbo sono un evento traumatico (o percepito come tale). La persona non è in grado di superare e di elaborare l’accaduto e perciò questo si ripresenta continuamente sotto forma di flashback portando la persona a rivivere continuamente tale evento.

 

E’ possibile spiegare l’insorgenza del PTSD attraverso l’incapacità di integrare l’esperienza traumatica con la visione esistente di sé e del mondo. Gli esseri umani, infatti, sono organismi complessi che si sforzano continuamente di adattarsi alle richieste dell’ambiente fisico e sociale. Noi tentiamo ininterrottamente di attribuire un senso a quello che ci accade e costruiamo modelli interni del mondo che giunge alla nostra esperienza. Se veniamo minacciati, reagiamo con paura e sofferenza. Questa è una risposta che assicura la sopravvivenza individuale e della specie stessa. Apprendiamo dalle situazioni pericolose, abituandoci ad affrontarle o tentando di evitarle; così, una volta cessato il pericolo, possiamo valutare le caratteristiche di ciò che ci ha minacciato, pensandoci o vedendolo e sentendolo nell’immaginazione. Questo ci aiuterà a riconoscere segnali di pericolo in futuro, evitando o affrontando le situazioni rischiose. 

 

Le persone con PTSD, quindi, rimangono “prigioniere” del ricordo dell’orrore passato, tanto da fare un’estrema fatica a concentrarsi nel presente. Il disturbo, come infatti abbiamo visto, è caratterizzato dalla ripetitiva intrusione nella coscienza di ricordi dolorosi; a ciò si accompagnano una forte attivazione e tentativi continui di impedire il ritorno dei ricordi, con strategie di evitamento attivo e passivo. Questo schema di intrusione ed evitamento determina un progressivo peggioramento dei sintomi e delle disabilità nel periodo che segue l’esposizione al trauma.

 

Il trattamento psicologico del disturbo post traumatico da stress

Il trattamento del disturbo post traumatico da stress è naturalmente, psicologico–psicoterapico. Dati di evidence based dimostrano che la psicoterapia cognitivo comportamentale ha una grande efficace nel trattamento del disturbo post traumatico  da stress.

 

L’approccio cognitivo-comportamentale al disturbo post traumatico da stress e ai disturbi correlati comprende una combinazione di più componenti; nell’insieme, si tratta di strategie che intervengono sia sul piano fisico, sia su quello comportamentale e cognitivo.

 

La componente centrale del trattamento consiste in tecniche di esposizione. Alcuni autori, (Foa e Kozak, 1986) hanno proposto il concetto di elaborazione emotiva per spiegare la riduzione dell’ansia durante le tecniche di esposizione. L’elaborazione di informazioni correttive produce cambiamenti nella rete dei ricordi traumatici, modificando sia le relazioni stimolo-risposta, sia il significato di attribuzione dell’esperienza. Tuttavia, nel disturbo post traumatico da stress, poiché i ricordi traumatici costituiscono il principale stimolo temuto, gran parte dell’esposizione sarà in immaginativo, chiedendo alla persona di raccontare in dettaglio l’esperienza traumatica. 

 

Come già detto, il disturbo post traumatico da stress è un disturbo caratterizzato da una persistente attivazione e da un elevato livello di paura correlato ai ricordi e agli stimoli che evocano il trauma. Il fatto che questo si combini ad una scarsa comprensione delle proprie reazioni psicologiche, fa sì che molte persone scampate ad un trauma si trovino poi in una condizione di vulnerabilità e di scarso senso del controllo. 

 

Pertanto, è importante nelle prime fasi del trattamento, insegnare al paziente un repertorio di semplici strategie di gestione dell’attivazione e della sofferenza psicologica.

 

Tra queste troviamo le tecniche di controllo della respirazione, tecniche di rilassamento, lo stop del pensiero, tecniche di distrazione, tecniche di problem solving basate su role playing, ecc… Importante anche la programmazione delle attività e il reinserimento sociale, in quanto le reazioni allo stress spesso comportano ritiro ed isolamento sociale. 

 

LETTURE CONSIGLIATE

- “La terapia del per-dono" Dal risentimento alla riconciliazione”: Edoardo Giusti, Barbara Corte – 2009.

- “Disturbo post-traumatico da stress” William Yule, M. Biondi – 2000.

- “Da chi vado? Come orientarsi nel riconoscimento e nella cura dei disturbi psichici”: Margherita Di Virgilio,Di Virgilio, Mussi,Irven Mussi – 2003.