Autostima e assertivita'

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L’ ASSERTIVITA’ COME INGREDIENTE FONDAMENTALE NELLA GESTIONE DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI

 

 

Esistono tre possibili approcci nella conduzione dei rapporti interpersonali


 

Nel primo si pensa solo a se stessi e si trattano gli altri in modo scorretto (…)

Il secondo (…) consiste nel mettere sempre gli altri prima di se stessi (…)

Il terzo approccio è la scelta giusta (…) la persona mette sempre se stessa prima di tutto il resto, ma tiene conto degli altri.

                                                                                        Joseph Wolpe

 

 

 

Cos’ e’ l’ Assertività?


“L’Assertività è la capacità dell’individuo di riconoscere i propri bisogni, desideri, diritti, cercare di affermarli all’interno del contesto in cui è inserito, senza essere passivo e senza prevaricare, mantenendo nel contempo buone relazioni con gli altri attraverso una comunicazione chiara, diretta e, al tempo stesso, coerente e completa sia sul piano verbale sia su quello non verbale”; Quindi, diviene una competenza relazionale che influenza profondamente le relazioni interpersonali.

L’acquisizione di uno stile assertivo consiste nell’acquisizione di un insieme di abilità comunicative che permettono di vivere le relazioni senza ansia e disagio e con maggiore soddisfazione. Ciascuno di noi nei rapporti interpersonali utilizza una propria modalità di comunicare, non solo con il linguaggio verbale ma anche con quello non verbale (tono di voce, postura, gestualità ecc.). Una persona assertiva possiede una modalità di comunicazione che la rende una persona socievole, sicura di sé e aperta al confronto.

Ma prima ancora che un modo di comportarsi, l’assertività è un atteggiamento mentale, (un modo di pensare a se stessi, ai nostri interlocutori e alla situazione in generale) il cui ingrediente principale è il rispetto per i diritti e l’uguaglianza delle persone; Questo atteggiamento mentale consente di comportarsi di conseguenza, ossia rispettando gli altri e, allo stesso tempo, dando un ruolo fondamentale ai propri bisogni e alle proprie necessità.

In sintesi assertività significa rispettare se stessi senza calpestare i diritti degli altri, assumendosene la responsabilità.

 

Essere assertivi significa quindi:


Essere chiari con  se stessi circa le proprie necessità, i propri desideri, i propri punti di vista, anche se questo a volte costa fatica, fa male e richiede di rivedere anche in modo drastico relazioni importanti;

Essere chiari con i propri interlocutori tanto quanto lo si è con se stessi, manifestando loro le proprie esigenze e punti di vista, consapevoli delle conseguenze, positive o negative che questo può avere all’interno della relazione;

Avere fiducia in se stessi e nella propria capacità di dare un contributo alla relazione, ma anche fiducia negli altri e nella loro capacità di avere un ruolo positivo e costruttivo;

Riconoscere agli altri il diritto di essere se stessi nella relazione, a manifestarsi al suo interno e a perseguire obiettivi e la realizzazione di progetti per loro importanti;

Essere disposti a gestire in modo costruttivo e positivo eventuali divergenze a livello di obiettivi, desideri, valori, passioni e timori… ovvero essere disposti a trasformare le diversità in risorse piuttosto che in ostacoli.

In generale, quindi, per comportamento assertivo si intende un comportamento che difende i propri diritti senza violare quelli altrui, in quanto ritenuti altrettanto importanti e degni di attenzione; è un comportamento che permette di manifestare i propri bisogni, opinioni, stati d’animo in modo chiaro, diretto ed adeguato alla situazione.

Possiamo quindi dire che una persona è assertiva quando: avendo fatto chiarezza dentro di sé, riesce a riconoscere i propri obiettivi e sa ciò che vuole; 

è attiva e agisce per ottenerlo; 

nel farlo rispetta i diritti propri e degli altri; 

non si sente in colpa;  

ha una buona opinione di sé, che mantiene anche quando le risulta impossibile o difficile raggiungere l’obiettivo prefissato.

 

 

Per agire assertivamente è indispensabile avere di fronte a sé i propri obiettivi, chiari e realistici, e, rispetto alla relazione, essere chiari innanzitutto con se stessi, cosa che migliora anche il rapporto con l’altro. Questo stimola l’apertura, il rispetto, la fiducia e la conoscenza reciproca e promuove un atteggiamento di collaborazione.  Inoltre, il fatto di aver dato voce ai propri punti di vista e stati d’animo dà soddisfazione, rafforza l’autostima e aumenta il senso delle proprie capacità e possibilità di controllare gli eventi, assumendosi la responsabilità del proprio comportamento. Tutto questo stimola ad essere aperti al cambiamento e agli altri.

Abbiamo tuttavia detto che “assertività” è uno stile relazionale; non è, quindi, solo un comportamento o una modalità di espressione, ma anche e soprattutto un modo di pensare e pensarsi. Ad esempio, se una persona pensa di valere di meno (o più) degli altri, di dover soddisfare sempre (o mai) i diritti degli altri, e di doversi sforzare di assecondare tutti i desideri altrui (o nessuno), altrimenti chissà cosa potrebbe succedere…, sarà per lei molto difficile essere assertiva.

Uno stile di pensiero che aiuta e sostiene l’assertività è un modo di guardare alla realtà delle cose al contempo funzionale e utile alla persona, che non crea difficoltà o malesseri dove non ci sono.

 

 

Cos’ è il comportamento passivo?


“Una persona accomodante è uno che nutre un coccodrillo,

 sperando di essere mangiato per ultimo”.

Sir Winston Churchill

  

La persona passiva ha difficoltà ad esprimere il proprio pensiero, le proprie emozioni ed i propri stati d’animo, siano essi positivi o negativi; tende a nasconderli, per l’imbarazzo, la tensione, l’ansia e il senso di colpa; teme, inoltre, che gli altri la pensino diversamente e che possano per questo giudicarla male o ridicolizzarla. La persona passiva evita, perciò, di prendere iniziative, di essere propositiva, attiva, di avanzare idee o soluzioni innovative; il risultato è la difficoltà/impossibilità sia di soddisfare i propri bisogni e desideri, sia di instaurare relazioni soddisfacenti con gli altri.

La persona passiva tende a dare precedenza ai diritti altrui, sentendosi spesso intimorita ed oppressa; ha una scarsa stima di sé, si sottovaluta e si percepisce come impotente, in balia di chi è migliore o più forte di lei.

 

In sintesi la persona passiva:


  • Sottovaluta la propria capacità di dare un contributo positivo alla relazione;
  • Dà eccessiva importanza al giudizio che esprimono gli altri e in base a questo delinea l’immagine di sé. 
  • Non sa riconoscere né tanto meno soddisfare i propri diritti all’interno della relazione, consentendo agli altri di calpestarli;
  • Non ha consapevolezza dei propri bisogni, desideri, stati d’animo, di conseguenza non è in grado di esprimerli;
  • Assume un atteggiamento remissivo, scusandosi in continuazione e giustificandosi anche se non necessario né richiesto.

 

 

Quali sono le conseguenze del comportamento passivo?

Se davvero la passività comporta tale disagio e sofferenza, viene spontaneo chiedersi perché venga messa in atto. Ciò che mantiene un comportamento passivo sono alcune importanti conseguenze positive a breve termine che essa genera.

Il soggetto che si comporta passivamente, nell’immediato sperimenta un senso di benessere e sollievo. Tale effetto positivo è, tuttavia, destinato ad avere vita breve; viene, infatti, prontamente sostituito dalle numerose conseguenze negative che agiscono nel medio/lungo termine.

 

 

Cos’è il comportamento Aggressivo

“Gli altri sono fondamentali;

Ci permettono di dare la colpa a qualcun altro

senza prendersi le proprie responsabilità”.

Arthur Bloch


La persona aggressiva tendenzialmente riesce a realizzare i suoi desideri, ma lo fa a spese dei suoi interlocutori, danneggiando inevitabilmente i rapporti.

Più frequentemente di quanto facciano gli altri, l’aggressivo cerca di ricorrere alla violenza (generalmente verbale) per risolvere le situazioni problematiche, offendendo gli altri.

Non è un caso che l’aggressivo si crei un “vuoto sociale” attorno; tende ad imporsi, a prevalere, a soffocare gli altri che inevitabilmente si allontanano.

 

In sintesi la persona aggressiva:

  • Pretende di dettare le esigenze di tutti;
  • Pretende che ogni suo desiderio o richiesta venga soddisfatto subito e bene;
  • Viola i diritti altrui, ricorrendo a tattiche intimidatorie, di dominio, eccessivamente autoritarie;
  • Parla in continuazione, si rivolge alle persone con tono autoritario.

 

 

Quali sono le cause del comportamento aggressivo? 


Desiderio di ottenere risultati: Molte persone ritengono che l’unico mezzo per ottenere dei risultati sia l’intimidazione, ovvero il rendere l’interlocutore timoroso e, quindi, inibire l’azione. 

Pensare che in questo modo ci si senta bene: “Quando sfogo i miei sentimenti mi sento meglio!”. Tale argomentazione non tiene conto della differenza che c’è tra descrivere ed esprimere sentimenti. Provare sentimenti di rabbia, impazienza ed ansietà è una cosa; altro è quello che si decide di fare con questi sentimenti. Ognuno ha la responsabilità di gestire i propri sentimenti in modo corretto, senza danneggiare l’interlocutore. 

Volersi vendicare: Agire in modo aggressivo sembrerebbe essere giustificato quando ci si è trovati a subire le cattiverie e il potere di altri.

Un autodifesa: “La miglior difesa è l’attacco!”. L’insicurezza dell’aggressivo è la causa immediata di una reazione eccessiva. Critica aspramente al solo scopo di mantenere a tutti i costi il potere, il controllo e l’autostima.

Perché si è raggiunto il limite: Questo si verifica con persone passive che, raggiunto il limite di sopportazione, esplodono nel modo peggiore, dicendo e facendo cose di cui si pentono nell’immediato. 

Per risentimento: L’incapacità di affermare alcuni dei nostri diritti personali fondamentali si trasforma in un sentimento di indignazione, di rabbia, di ipocrisia, quando altri esercitano i propri diritti con noi.

 

Quali sono le conseguenze dell’aggressività?


Come per la passività, anche in questo caso ciò che concorre al mantenimento di una condotta così palesemente disfunzionale sono una serie di conseguenze positive della stessa, che si realizzano nell’immediato.

 

In conclusione assertivi si nasce oppure si diventa?

Alla conclusione del viaggio nel mondo delle definizioni di assertività, passività ed aggressività, è opportuno sottolineare come nessun comportamento possa essere etichettato chiaramente come appartenente ad uno di questi tre stili. Graficamente sono rappresentabili lungo un continuum dove, alle due estremità troviamo passività ed aggressività, ed al centro l’assertività; è evidente che esistono delle aree di sovrapposizione. L’aspetto centrale che distingue una persona assertiva da una passiva o aggressiva è la “scelta”: posso adottare anche una condotta passiva, ma se è il frutto di una mia scelta, dopo aver riflettuto sulla situazione, allora si colora un po’ di assertività.

 

 

 

 

Sappiamo che il comportamento non nasce da cause misteriose ma è conseguenza di un’insieme di apprendimenti. Il comportamento è causa dell’interazione continua con l’ambiente circostante e così diviene frutto delle acquisizioni. La terapia assertiva nasce nell’ambito clinico per dare un supporto al disagio legato alle relazioni sperimentato dalle persone.

In questo senso, la terapia assertiva è in grado di migliorare il rapporto con sé stessi, le relazioni sociali e interpersonali, aumentando la percezione soggettiva di benessere e facendoci sentire “attori attivi” della nostra vita.

 

A chi rivolgersi?


Le persone non conoscono l’assertività ed è raro che si rivolgano ad un terapeuta per un training specifico. In tale ottica il comportamento assertivo si può apprendere tramite un training specifico. Perciò, se anche tu vuoi diventare una persona assertiva, rivolgiti ad uno specialista che si occupa di ciò; Generalmente si tratta di uno psicologo - psicoterapeuta esclusivamente ad indirizzo cognitivo comportamentale specialista nelle tecniche di comunicazione ed assertività -

Per maggiori informazioni sul training di assertività, consulta volantino in allegato oppure contattami al 3926670215.

 

Letture Consigliate

  Link: http://www.intempo-online.com/component/content/article/52-psicologia/195-assertivi-si-nasce-e-si-diventa.html

“Mi vado bene? autostima e assertività” , Autore: M. Giannantonio, ediz.: Erickson (2009)

“Piacersi non piacere”, Autore: E.Rolla, ediz. Universale reprint (2006).

L'assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, Autore:  E. Giusti, A. Testi  ediz.: Sovera (2006)