Memory Training (Corsi di Memoria)

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COS’E’ IL MEMORY TRAINING ?

 

Il Memory Training, come intervento rivolto alla popolazione anziana, nasce dall’esigenza di raccogliere e dare spazio alla sensazione di disagio e di difficoltà che spesso le persone anziane lamentano nei confronti della loro capacità di memoria.

 

Al di là della reale presenza di “problemi di memoria”, spesso si tratta di lamentele soggettive alle quali non corrisponde un cambiamento oggettivo nella memoria, si affacciano con l’invecchiamento dei cambiamenti fisiologici nelle funzioni cognitive dell’individuo con cui, in qualche modo e con tempi diversi da persona a persona, si trova a fare i conti da un punto di vista psicologico.

 

Questo confronto può determinare, per la persona che sta cambiando, da una parte la possibilità di riorganizzarsi su livelli di funzionamento diversi rispetto alle fasi precedenti della vita che integrano in un nuovo adattamento le sue capacità, da un’altra parte può rendere più difficile il fatto di comprendere e dare il giusto senso a questi cambiamenti che possono così innescare nell’individuo reazioni di disagio tali da “patologizzare” i cambiamenti ed incrementare eventuali difficoltà presenti.

 

Per andare incontro al disagio che l’anziano può vivere e favorire un confronto positivo con le sue capacità e la possibilità di riorganizzarle, il Memory Training nasce come intervento psicologico di stimolazione cognitiva delle capacità di cui solitamente l’individuo lamenta il cattivo funzionamento con lo scopo di stimolare ed attivare in particolar modo la memoria e le funzioni cognitive preposte al processo di memorizzazione: attenzione, ragionamento, capacità di giudizio, categorizzazione, fluenza verbale, associazione e spirito d’osservazione.

 

Utilizzando la metafora che vede la memoria come un muscolo, si può definire come un allenamento della memoria, o meglio una ginnastica mentale, per mantenerla “efficiente” ed elastica ed aiutare così la persona anziana ad utilizzare tutte le potenzialità cognitive di cui dispone perché in realtà molte difficoltà che si riscontrano nella memoria sono dovute ad un mancato utilizzo, o ad un utilizzo inadeguato, delle risorse cognitive comunque presenti.

 

L’idea di stimolare le capacità cognitive durante questa fase della vita nasce anche da corpose evidenze empiriche, non solo da necessità psicologiche, secondo cui durante l’invecchiamento ci sono dei cambiamenti in alcune capacità cognitive, in particolare nella memoria, che possono presentare un “modo” di funzionare diverso rispetto alle fasi precedenti.

 

Le funzioni cognitive dell’individuo sono infatti, per natura, sensibili al trascorrere del tempo per cui tendono a modificarsi con l’aumentare dell’età e ha subirne, per così dire, l’influenza. Tali trasformazioni consistono in generale nella necessità di tempi maggiori per svolgere i processi della memoria, come apprendere e ricordare le informazioni, e quindi per compiere tutte quelle attività della vita quotidiana che richiedono l’uso della memoria e dell’attenzione. Le eventuali difficoltà di memoria che l’anziano può sperimentare in questi compiti, dovute ai cambiamenti descritti, vengono considerate normali perché rientrano nel fisiologico processo d’invecchiamento.

 

Ben diversa è la situazione in cui l’insorgenza di una malattia va ad inserirsi sul normale processo d’invecchiamento alterandolo ed innescando una situazione di deterioramento delle capacità cognitive dell’individuo che pian piano, a causa della malattia, subiscono un’involuzione fino alla scomparsa di ogni possibilità di imparare, ricordare o ragionare. Queste trasformazioni non sono fisiologiche e risultano diverse, per qualità e quantità, dai cambiamento legati all’età perché più gravi e frequenti e d’intensità maggiore.

 

Il dato empirico su cui si basa il Memory Training è che le funzioni cognitive di soggetti anziani normali, che presentano cioè i normali cambianti dovuti all’età, possono essere modificate, migliorate o mantenute, attraverso interventi che stimolino quelle capacità, che perciò presentano potenzialità di miglioramento se debitamente stimolate.

 

In letteratura è presente tutta una serie di ricerche che attesta che l’esercizio di specifiche funzioni cognitive e l’uso di strategie adeguate per meglio memorizzare e ricordare le informazioni (mnemotecniche) permettono di mantenere l’efficienza della mente ed affrontare i cambiamenti fisiologici stimolando ed allenando la memoria.

 

In modo particolare, gli studi sui diversi programmi di Memory Training evidenziano la sua efficacia nel produrre effetti positivi sulle prestazioni di memoria dei soggetti che hanno partecipato ai corsi ed in specifico il miglioramento in quelle prestazioni legate alle funzioni cognitive direttamente allenate, con tecniche ed esercizi specifici, e in quelle coinvolte.

 

 

MODELLO PSICOLOGICO DI MEMORY TRAINING

 

Il Memory Training nasce come intervento psicologico diretto alla persona perché l’allenamento delle funzioni cognitive che si propone di attivare e tiene conto del complesso rapporto tra cervello, mente e persona e cioè dei cambiamenti fisiologici presenti a livello del funzionamento mentale e, nello stesso tempo, delle reazioni psicologiche ad esse connesse, del tutto individuali e personali.

 

Cervello, mente e persona sono tre aspetti dell’individuo non separabili, in relazione continua, che insieme vanno a definire cos’è l’individuo, ovvero ciò che pensa e ciò che sente. Il pensare si riferisce alle sue capacità e funzioni cognitive, a come si esprimono, ai modi di funzionare della memoria e alle convinzioni e stereotipi personali circa la propria memoria nell’età senile. Il sentire riguarda invece le modalità individuali di percepire, reagire ed affrontare i cambiamenti fisiologici presenti durante l’invecchiamento partendo dalle proprie esperienze di vita, competenze psicologiche e sociali. Queste ultime sono importanti perché esprimono la possibilità di condividere con altri l’eventuale disagio dovuto ai cambiamenti e di ricevere in questo modo un supporto per affrontarli meglio.

 

La stimolazione cognitiva vuole essere un sostegno di entrambi questi aspetti, perciò è diretta alla “globalità” della persona, perché costituiscono il passaggio obbligato tramite cui può instaurarsi un efficace allenamento della memoria che promuova modalità adattive di pensare e sentire circa le propria capacità.

 

Dati i presupposti psicologici su cui si basa il Memory Training, la finalità ultima è di allenare la memoria per fornire all’anziano strumenti che sia poi in grado di utilizzare là dove si verificano il disagio e i problemi di memoria, ovvero nel contesto della vita quotidiana, dove c’è il bisogno di reagire ai cambiamenti fisiologici che l’invecchiamento comporta nella memoria.

 

Per questo motivo lo psicologo che conduce un corso di allenamento della memoria utilizza insieme modi diversi di agire che intervengano su entrambi gli aspetti prima descritti, dove uno può influenzare l’altro sia in senso positivo che negativo: le convinzioni circa il funzionamento della memoria, il modo di viverle e di reagire alle difficoltà di memoria, la possibilità di condividerle condizionano poi le prestazioni vere e proprie.

 

In tal senso, un aspetto importante del lavoro sulla memoria è quello inerente le false o errate convinzioni in base alle quali si attribuisce alla perdita di memoria difficoltà dovute in realtà ad altri fattori quali disattenzione, mancata concentrazione, modalità diverse utilizzate per memorizzare e quindi per ricordare le informazioni (strategie mnemoniche), scarsa fiducia nelle proprie capacità per cui non vengono utilizzate appieno.

 

 

Gli Obiettivi del Memory Training (Corsi di Memoria) possono essere i seguenti:

 

1.    Allenamento vero e proprio: fare esercizi di stimolazione in gruppo su capacità e funzioni cognitive specifiche.

Di solito sono quelle messe in luce nell’incontro iniziale con i partecipanti al corso, nelle quali presentano i problemi maggiori o più spesso disagio e difficoltà nel gestirli concretamente nella vita quotidiana. Questo livello d’intervento è già di per sé una modalità per supportare le difficoltà della persona e farsi carico del disagio conseguente (vedi punto 4, supporto emotivo).

2.    Insegnare strategie mnemoniche per meglio apprendere e ricordare, che possano essere poi trasferite ed utilizzate nella vita quotidiana.

Di solito le memotecniche, così sono chiamate, sono scarsamente considerate e tanto meno utilizzate, soprattutto dagli anziani rispetto alle persone più giovani, come strumenti efficaci per potenziare la memoria. Sono modalità per imparare, e successivamente per ricordare le informazioni che si vogliono memorizzare, in un modo più funzionale e adeguato a questo scopo, per avere cioè maggiori possibilità di recuperarle in futuro. Per far ciò agiscono sul “come” un’informazione viene elaborata dal cervello che attiva un ragionamento sopra l’informazione in modo da trasformarla nel modo più consono alla sua registrazione in memoria e successivo ricordo. L’uso di strategie di memoria permette di sfruttare maggiormente le capacità che spesso invece non vengono sfruttate per mancanza di conoscenze e familiarità con il loro uso e false convinzioni circa le proprie potenzialità di memoria. Agire a questo livello può essere un modo per contrastare le credenze erronee che ostacolano un migliore funzionamento della memoria. 

 3. Dare informazioni sul funzionamento della memoria nell’invecchiamento (supporto cognitivo) per mettere in luce, da una parte, le eventuali difficoltà fisiologiche legate al processo dell’invecchiamento, dall’altra, le reali capacità e possibilità presenti, spesso però non utilizzate perché non considerate e supportate, soprattutto dalla persona stessa. Anche questo livello d’intervento è strettamente legato al precedente perché può supportare la motivazione ad utilizzare le strategie di memoria. 

 4.    Supporto ed ascolto delle difficoltà di memoria e del disagio che le persone presentano (supporto emotivo).

Quest’ultima modalità di azione è in realtà una sintesi delle precedenti in quanto è pervasiva nell’approccio psicologico implicito nel Memory Training, ma nello stesso tempo può ritagliarsi dei momenti durante il corso in cui affrontare quelle difficoltà di memoria che esprimono per le persone una maggiore tensione emotiva e disagio. 

 5.Creare uno spazio di ascolto e sostegno emotivo per gli anziani, in cui loro possano parlare liberamente delle loro difficoltà, delle nuove esigenze e dei bisogni, in relazione alle modificazioni che avvengono nel tempo, nella loro realtà quotidiana e sociale al fine di prevenire il disagio.

 

Queste modalità di agire vengono promosse dallo psicologo, in accordo con le finalità di allenare la memoria, sulla base di ciò che emerge durante il corso e dando spazio a seconda delle necessità ed esigenze che nascono via, via.

 

Infine, come sosteneva Leonardo da Vinci: “Sì come il ferro si arrugginisce senza uso e l’acqua nel freddo si addiaccia, così lo ‘ngegno sanza esercizio si guasta”.

 

A chi Rivolgersi?

 

Per un Corso di Memoria bisogna rivolgersi ad uno psicologo specializzato in psicologia dell’invecchiamento. L'associazione "Progetto Psicologia" organizza presso la propria sede, In Via Montefiorino, 2 - Bologna, corsi di Memoria di primo e secondo livello a prezzi agevolati. per informazioni vedi Broshure Informativa.