Formazione e servizi psicologici per aziende

FORMAZIONE AZIENDALE

 

Il successo di ogni azienda è basato principalmente sulla qualità e l’impegno dei suoi dipendenti, sulla loro motivazione e realizzazione soprattutto, a livello interattivo e sociale.

Si tratta di un principio causa-effetto che è in grado di influenzare positivamente o negativamente l’andamento dell’organizzazione.

 

Le organizzazioni in grado di conoscere questi meccanismi necessitano sempre più di modelli formativi, oltreché professionali e psicologici, in grado di aiutare a sviluppare e potenziare, quel patrimonio di risorse umane. La formazione del personale fornisce la possibilità di avere un managment in possesso di comportamenti personali e interpersonali caratterizzati dalla fiducia in sé stessi, dall’autostima, dall’assenza di inibizioni sociali e dal dominio dell’ansia.

 

Risulta perciò, importante che la formazione venga orientata anche al lavoro su una leadership partecipativa, sull’efficacia delle interazioni, sul problem solving e sul rafforzamento del lavoro di gruppo. La formazione inoltre, dovrebbe avere come obiettivo principale quello di trasmettere strumenti in grado di modificare comportamenti dei lavoratori e di chi occupa ruoli di responsabilità. Questi ultimi si trovano costantemente a gestire conflitti relazionali e innumerevoli problemi, tutti in grado di generare stress che spesso impediscono di lavorare in maniera efficace. È necessario per loro gestire la comunicazione, i conflitti, le ansie, le frustrazioni, il clima con un atteggiamento equilibrato, adatto alle varie situazioni e in sintonia con le caratteristiche individuali e gli obiettivi aziendali.

 

La formazione deve tenere conto della organizzazione, dei ruoli e degli obiettivi aziendali, in modo che l’intervento possa essere mirato e  possa produrre risultati qualitativamente e quantitativamente migliori. 

 

La formazione in tal senso segue diverse fasi:

-  L’analisi del fabbisogno formativo;

-  Individuazione delle criticità;

-  I comportamenti da incrementare e obiettivi specifici;

-  Progettazione dell’intervento;

-  Attuazione dell’intervento;

-  Verifica dei risultati.

 

Gli interventi devono essere mirati alle seguenti aree:


La comunicazione efficace: saper comunicare è un’ arte; implica la capacità di comunicare agli altri idee, sentimenti, informazioni utilizzando modalità e forme di espressione differenti nonché comprendendo e quindi sapendo gestire gli effetti che la nostra comunicazione ha sugli altri e che la comunicazione risposta ha su di noi.

 

Lavorare in equipe; implica la capacità di lavorare in gruppo, di collaborare, valorizzando le differenze individuali, imparare a gestire correttamente le dinamiche di gruppo.

 

Problem solving: risolvere in maniera funzionale i problemi partendo dall’analisi della situazione passando dall’uso di strumenti e strategie adeguate fino a giungere all’ipotesi alla progettazione e alla realizzazione della soluzione scelta.

 

Gestione dei conflitti: implica la capacità di gestire situazioni difficili soprattutto, dal punto di vista relazionale, cioè situazioni potenzialmente conflittuali, confronto tra opinioni o atteggiamenti differenti o situazioni fonte di notevole stress.

 

Sviluppo delle competenze personali: la capacità di riflettere sul proprio modo di riflettere, per aumentare la consapevolezza rispetto a ciò che influenza e guida il proprio pensiero, giungendo in questo modo a un maggior controllo dello stesso.

 

Sviluppare una leadership ispiratrice: guidare e motivare gli altri con un ideale coinvolgente

 

 

 

LA FORMAZIONE DELL’AMBITO SANITARIO

 

Il disagio degli operatori che, lavorando nei Servizi della Salute, si trovano a fornire le proprie prestazioni a soggetti con disagio, a malati autosufficienti e non, e soggetti anziani affetti da demenza, è costituito principalmente dal carico emotivo che essi incontrano nel lavoro di aiuto e cura. Le emozioni indotte nella difficoltà di prendersi cura delle persone malate, sono prevalentemente negative: impotenza, frustrazione, rabbia, ansia, paura, commiserazione.

 

La mancanza di un supporto formativo e di un sostegno psicologico inducono, quindi, frequentemente inerzia mentale e rinuncia, a cui si affiancano irritabilità/non sopportazione; non essendo chiari i confini e le espressioni del disagio e della malattia, si moltiplicano i fraintendimenti, le contraddizioni, il 'dare per scontato'; l'identificazione di obiettivi è resa difficoltosa e, di conseguenza, appare ridotta la capacità di coniugare risorse e bisogni.

 

Diviene dunque imprescindibile che gli operatori siano formati e, tale formazione deve rivolgersi a diverse componenti della professionalità: quella affettiva, aiutando a identificare e riconoscere la propria emotività e quindi a controllarla attraverso l'interiorizzazione degli obiettivi di lavoro con le persone ammalate: occorre rinforzare alcuni meccanismi difensivi (compensazione, razionalizzazione) e mettere in guardia dall'uso controproducente di altri (proiezione, negazione, fuga, regressione). Un secondo bisogno da considerare è la necessità di aggiornamento continuo per far fronte al burn-out e allo stress che si sviluppano immancabilmente con il tempo.

 

Un terzo bisogno fortemente avvertito dagli Operatori e frequentemente espresso nei momenti formativi, è il 'confronto' con colleghi appartenenti a ruoli diversi e a diverse professionalità, il che suggerisce di progettare momenti formativi orizzontali.

 

La didattica

La metodologia didattica riveste quindi una particolare importanza dal momento che, si tratta non soltanto di trasmettere informazioni, ma anche e soprattutto, di modificare atteggiamenti e comportamenti relazionali nonché di ribaltare in termini positivi l’immagine dell’utente.

 

La formazione per gli operatori sociali e sanitari richiede, accanto a momenti di carattere informativo, incontri a carattere formativo: tuttavia è importante, anche quando la lezione è di tipo più tradizionalmente frontale, permettere agli operatori di intervenire frequentemente con domande di chiarificazione, esplicitazione di dubbi, esemplificazioni di casi, al fine di consentire loro, fin dall’inizio del percorso di aggiornamento e qualificazione, di utilizzare poi nella realtà le informazioni trasmesse. Si privilegiano le tecniche esperenziali e modalità di role-playing.

 

La scelta di favorire momenti formativi in cui sia privilegiata una metodologia attiva è suggerita dalla necessità di valorizzare la conoscenza e l’esperienza professionale degli operatori partecipanti alla formazione.

 

Gli interventi devono essere mirati alle seguenti aree:

La comunicazione efficace: saper comunicare è un’ arte; implica la capacità di comunicare agli altri idee, sentimenti, informazioni utilizzando modalità e forme di espressione differenti nonché comprendendo e quindi sapendo gestire gli effetti che la nostra comunicazione ha sugli altri e che la comunicazione risposta ha su di noi.

 

Lavorare in equipe; implica la capacità di lavorare in gruppo, di collaborare, valorizzando le differenze individuali, imparare a gestire correttamente le dinamiche di gruppo.

 

Problem solving: risolvere in maniera funzionale i problemi partendo dall’analisi della situazione passando dall’uso di strumenti e strategie adeguate fino a giungere all’ipotesi alla progettazione e alla realizzazione della soluzione scelta.

 

Gestione dei conflitti: implica la capacità di gestire situazioni difficili soprattutto, dal punto di vista relazionale, cioè situazioni potenzialmente conflittuali, confronto tra opinioni o atteggiamenti differenti o situazioni fonte di notevole stress.

 

Sviluppo delle competenze personali: la capacità di riflettere sul proprio modo di riflettere, per aumentare la consapevolezza rispetto a ciò che influenza e guida il proprio pensiero, giungendo in questo modo a un maggior controllo dello stesso.

 

Sviluppare una leadership ispiratrice: guidare e motivare gli altri con un ideale coinvolgente